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20 Aprile, 2025

Salvador Dalì: dalla costruzione di un mito, all’immortalità

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“Io Dalì” al PAN di Napoli fino al 10 giugno, è un viaggio attraverso i dipinti, disegni, video, fotografie e riviste, il mondo in cui il pittore ha rappresentato il proprio personaggio creando un unione totale tra la sua pittura e se stesso.

La mostra punta sull’opera umana dell’artista spagnolo, che come creativo è stato un grande anticipatore dei tempi, capace di attrarre sempre l’attenzione dei media.

Misto di genialità e delirio, pittore del surreale e di mondi onirici, con la creazione del Teatro-Museo di Figueres, uno spazio da lui completamente pensato, ricercò fortemente l’immortalità.

Salvador Dalì, è nato in Spagna a Figueres nel 1904. La madre gli darà lo stesso nome del fratellino scomparso precedentemente a soli due anni. Nel 1908 nasce Anna Maria, che diventerà la migliore amica del piccolo Salvador.

Da bambino si mostra da subito molto irrequieto e disobbediente, ma già si nota la straordinaria capacità di disegnare. Il ragazzino è così talentuoso che espone i suoi primi quadri a Figueres già a 14 anni. All’età di 17 anni perde la madre a causa del cancro, diventando sempre più incontrollabile al punto che nel 1924 viene espulso dalla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando.

In quegli anni essendo a Madrid, Salvador riesce a fare la conoscenza con Federico Garcia Lorca, Pablo Picasso e Luis Bunuel che influenzeranno la sua futura carriera.

Il comportamento scandaloso e la mancanza di istruzione accademica non gli hanno impedito di guadagnare fama mondiale. Le opere più famose sono: “Il grande masturbatore” (1929), “La persistenza della memoria” (esposta a New York, nel 1932), “Morbida costruzione con fagioli bolliti: premonizione di guerra civile” (1936), “Metamorfosi di Narciso” (1937), “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” (1944).



Il 1929 segna una svolta per l’artista, incontrerà la sua musa Gala Eluard, raffigurata in molti dei suoi quadri. Più tardi si unirà al movimento surrealista e nel 1934, nonostante la disapprovazione del padre e della sorella, Salvador sposa Gala, che a quel tempo ha divorziato dal suo primo marito Paul Eluard.

Nello stesso anno sbarcherà per la prima volta negli Stati Uniti dopo essere arrivato al potere Francisco Franco. Nel 1936, Dalì rompe con il movimento surrealista che lo escluderà del gruppo. La secca risposta di Dalì: “Il Surrealismo sono io”. Nel 1937 visita per la prima volta l’Italia e si innamora del Rinascimento e del classicismo.

All’inizio della seconda guerra mondiale Salvador insieme con sua moglie partono per gli Stati Uniti dove vivranno dal 1940 al 1942, ed egli pubblicherà la sua autobiografia “La mia vita segreta”. Nel 1974 Dalì apre il suo Teatro-Museo a Figueres.

All’età di 70 anni gli viene diagnosticata la malattia del Parkinson che lo impedisce di disegnare.

Nel 1982 perde sua moglie Gala all’età di 88 anni. Questo evento fu per lui un duro colpo che morirà dopo 7 anni, nel 23 gennaio 1989, all’età di 85 anni. Tutti i suoi lavori saranno lasciati in eredità alla Spagna.

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