“Radici di Gusto – Viaggio tra i sapori e i saperi di una volta” è un progetto del Comune di Sant’Antonio Abate (Na) volto alla valorizzazione e promozione di eccellenze dell’agricoltura autoctona, quali il Fagiolo Mustacciello, i Broccoli Amari “a fronne d’aulivo” e il Pomodoro Cannellino. Questa iniziativa, patrocinata dal Comune in collaborazione con la Camera di Commercio di Napoli, l’Assessorato all’Agricoltura del Comune di Sant’Antonio Abate e Slow Food Condotta dei Monti Lattari, rientra in un ben più ampio quadro di sviluppo economico e sociale a sostegno del territorio e dei suoi protagonisti, in questo caso i contadini abatesi e tutta la filiera agricola abatese.
Un’occasione di confronto e crescita fortemente voluta dalla neo amministrazione abatese per ridare slancio all’economia rurale di Sant’Antonio Abate, che metta in relazione tutti gli operatori necessari alla valorizzazione delle eccellenze abatesi: dalle aziende presenti sul territorio ai contadini che non hanno mai abbandonato le loro terre e continuano a resistere e a coltivare tali prodotti nonostante la morsa delle nuove colture industriali e del clima sempre più instabile.
Con “Radici di Gusto” si intende creare una “linea diretta”, un tavolo di interlocuzione tra i protagonisti della realtà rurale e contadina, l’Amministrazione e gli enti pubblici di riferimento metropolitano e regionale.
LE TRE PUNTE DI DIAMANTE DELL’AGRICOLTURA ABATESE: Fagiolo Mustacciello, i Broccoli Amari “a fronne d’aulivo” e il Pomodoro Cannellino
L’iniziativa “Radici di Gusto”, si sviluppa su un territorio di particolare pregio agronomico ed agro-alimentare, su cui sono storicamente sviluppate coltivazioni tradizionali di grande qualità. I veri “ambasciatori” di questo territorio sono il Fagiolo Mustacciello, i Broccoli Amari “a fronne d’aulivo” e il Pomodoro Cannellino, dalle caratteristiche organolettiche uniche, che racchiudono tutta la storia e la tradizione dell’agricoltura di Sant’Antonio Abate.
Il Fagiolo Mustacciello, nome che deriva dalla cerchiatura nera sul baccello che sembra un baffo o meglio “un mustaccio”, viene coltivato in tutta la zona vesuviana, ma specialmente nella zona di Sant’Antonio Abate, spesso associato al Pomodoro San Marzano, di cui utilizza i sostegni. La maturazione avviene da Ottobre a Novembre, e il suo utilizzo gastronomico è tra i più disparati.
Dalle zuppe e le minestre con la pasta “mischiata” della vicina Gragnano, alle freselle condite con i fagioli bolliti e poi conditi con sale ed olio extravergine di oliva, il fagiolo mustacciello è un simbolo delle nostre terre e della tradizione contadina abatese. Il suo punto forte? Il minor tempo di cottura dovuto alla delicatezza della buccia, che diventa subito tenera, e la scarsa tendenza alla frammentazione durante la cottura. Nessun altro prodotto della stessa famiglia lo eguaglia.
Dalle zuppe e le minestre con la pasta “mischiata” della vicina Gragnano, alle freselle condite con i fagioli bolliti e poi conditi con sale ed olio extravergine di oliva, il fagiolo mustacciello è un simbolo delle nostre terre e della tradizione contadina abatese. Il suo punto forte? Il minor tempo di cottura dovuto alla delicatezza della buccia, che diventa subito tenera, e la scarsa tendenza alla frammentazione durante la cottura. Nessun altro prodotto della stessa famiglia lo eguaglia.
Il Broccolo Amaro ‘a fronne d’aulivo, una qualità tipica del vesuviano con foglie strette e lunghe, ha un sapore più intenso e amaragnolo rispetto alle cime di rapa tradizionali. Tradizione vuole che si mischi con le altre varietà di cime di rapa perché troppo amari da mangiare da soli e per rendere ancora più saporito il piatto. Qualcuno li bolle prima, ma il consiglio è di cucinarli nella maniera tradizionale, cioè mettendoli a crudo nell’olio bollente, assieme ai classici “friarielli”, e magari con della salsiccia e un po’ di piccante.
Il Pomodoro Cannellino è un pomodoro di forma oblunga con una leggera strozzatura al centro che ricorda vagamente un San Marzano piccolo e tozzo. La semina inizia a fine febbraio e la coltivazione si realizza, come da tradizione, con il supporto di canne (da qui il nome “cannellino”) e spago in juta o canapa in modo manuale così come la raccolta. La buccia è molto sottile, la polpa soda, il colore di un rosso fiammeggiante quando è maturo. Il gusto è un bell’equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità, ma soprattutto non è un ibrido. Il Pomodoro Cannellino rappresenta una delle testimonianze più significative della tradizione rurale locale ma soprattutto abatese, da conservare tradizionalmente “a piennolo” o in barattoli di vetro per la casa da gustare in inverno.
Il progetto “Radici di Gusto” verrà presentato e approfondito attraverso una serie di appuntamenti nella Città di Sant’Antonio Abate, in sinergia con gli associati di Slow Food condotta Monti Lattari.
Primo Appuntamento Sabato 4 Gennaio, alle ore 18:30, in Piazza Don Mosè Mascolo, secondo questa programmazione:
• Ore 18:00 > Incontro con la cittadinanza presso la sede di Slow Food Campania sezione Monti Lattari in via De Luca, con la partecipazione di esperti e autorità pubbliche che presenteranno il progetto;
• Ore 18:30 > Presso Piazza Don Mosè Mascolo, degustazione di piatti tradizionali preparati con l’ausilio dei tre prodotti protagonisti della serata, preparati egregiamente dallo Chef Ciro De Simone, Chef Ufficiale della condotta Slow Food dei Monti Lattari;
• Ore 20:00 > Nella Parrocchia di Sant’Antonio Abate, in Piazza Don Mosè Mascolo, si terrà il concerto di Enzo Avitabile, ad ingresso libero, salvo esaurimento posti. La scelta ricade su Enzo Avitabile per il rapporto viscerale tra “terra” e “territorio” che viene fuori dalle sue canzoni, e i personaggi che vi operano, come i contadini
