Questa è la storia di Tito.
La storia di un’anima bella, troppo bella per girarsi dall’altra parte, troppo bella per passare inosservata, troppo bella per meritarsi così tanta ingiustizia.
Tito è un cucciolo di taglia medio-piccola. Ha il manto lungo e nero, nero come i suoi occhi dolci e sempre lucidi, nero come la notte in cui è stato ritrovato. “Era rannicchiato in un angolino e si vedevano solo i suoi occhi impauriti illuminati dai fari delle macchine”, dice Anna, volontaria palmese da sempre in lotta per la difesa dei più deboli e dei cani meno fortunati. “Mi avvicinai e capii subito che era nuovo”, continua. “Si alzò pianissimo solo dopo aver ascoltato la mia voce, si avvicinò lentamente e cominciò a scodinzolare. Notai subito del suo occhietto ferito e cieco, ma a lui non sembrava dar fastidio. Venne con noi quella sera, giocò con mia figlia sempre in modo delicato. La delicatezza é la sua arma vincente.”
Nei giorni seguenti, però, fu accalappiato. Tito, così, non divenne altro che un numero di canile.
La prassi quando un cane viene accalappiato è questa: si va al comune, si fa richiesta di sterilizzazione e reinserimento sul territorio con chip intestato al sindaco. “Noi abbiamo fatto ancora altro”, dice Anna. “Abbiamo monitorato Tito, che ha avuto la sfortuna di condividere una cella con un cane che non proprio gli stava simpatico. Abbiamo monitorato il suo umore, la sua tristezza, la sterilizzazione e la degenza.”
Dopo una settimana di canile, Tito torna bello come sempre. Non sembra spaesato eppure in 10 giorni ha subito un abbandono, una cella, un’operazione e una reimmissione sul territorio. Sempre pronto a dare affetto con la delicatezza che lo contraddistingue, Tito non pretende mai nulla in cambio.
Eppure qualcosa lo meriterebbe: merita di essere felice. Merita di avere una casa, merita di avere la possibilità di correre libero sui prati, merita di giocare con una palla, merita lunghe passeggiate in riva al mare, un riparo nei giorni di pioggia. Merita carezze, cure, presenze, amore.
Questa è la storia di chi un Dio non ha. E’ la storia di una seconda possibilità, di un’opportunità, di una rinascita.
E’ una storia, però, a cui manca ancora una fine. Un lieto fine.
Carla Rainone.