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20 Aprile, 2025

Il comune di San Giorgio a Cremano ricorre contro la“perversa” attuazione del federalismo fiscale

Come hanno rigorosamente ed ampiamente dimostrato e documentato gli esperti della SVIMEZ ed i giornalisti economici del Quotidiano del Sud, nel solo triennio 2014/2016, facendo leva sul “trucchetto” della spesa storica, i “perversi” meccanismi della distribuzione della spesa pubblica allargata hanno sottratto alle Regioni meridionali 61 miliardi di euro l’anno e nel decennio 2007/2017 gli hanno scippato anche 25 miliardi di investimenti pubblici, impedendone la crescita del Pil del 6% e dell’occupazione di 300 mila posti.

Contro l’iniquo, asimmetrico e discriminatorio sistema di redistribuzione territoriale delle risorse pubbliche, che funziona come un “Robin Hood alla rovescia”, in quanto ruba ai poveri del Sud per dare ai ricchi del Nord, grazie soprattutto alla diffusione del libro di Marco Esposito, Zero al Sud, nel corso delle ultime settimane si sta mobilitando un numero sempre maggiore di Comuni meridionali, ad oggi, circa settanta tra Molise, Campania, Puglia e Calabria.

Tra le amministrazioni locali che si sono rivolte al TAR del Lazio e al Quirinale per ottenere quanto spetta loro di diritto, si annovera anche il Comune di San Giorgio a Cremano (NA). Infatti, dopo la presentazione del volume di Marco Esposito promossa il 9 marzo dal referente territoriale di “MO – Unione Mediterranea” Fabio Vitale, dando seguito a quanto promesso dal Sindaco Giorgio Zinno proprio in quell’occasione, il 16 maggio la Giunta comunale ha deliberato di ricorrere al Presidente della Repubblica contro la ripartizione del Fondo di Solidarietà Comunale 2019.

Caldeggiata anche dall’Assessore Pietro de Martino, l’iniziativa giuridico-politica mira a recuperare 1.829.382,20 di euro che lo stesso Ente locale avrebbe dovuto ricevere se fosse stato rispettata la copertura integrale del Fondo perequativo. Ma non si tratta soltanto di una questione finanziaria, dietro ai soldi ci sono i diritti e dietro ai diritti c’è la carne viva delle persone, bambini, anziani, diversabili, indigenti, ai cui diritti civili e sociali di base, asili, mense scolastiche, trasporti, assistenza, sono stati assegnati tanti zeri o giù di lì sulla base della seguente motivazione discriminatoria: “Tanto vivono al Sud”. Finalmente gli amministratori meridionali ne prendono atto ed iniziano a mobilitarsi in difesa dei diritti azzerati e/o dimezzati dei loro concittadini.

19/05/2019 – Salvatore Lucchese

 

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