Nel solco della dimensione pedagogico-civile del meridionalismo classico, l’ultimo libro di Marco Esposito, Zero al Sud, sta favorendo nei cittadini meridionali e nelle loro classi dirigenti locali, sindaci, consiglieri ed assessori, una graduale presa di coscienza e di parola contro la “perversa attuazione del federalismo fiscale”.
Come ha osservato lo stesso autore, “Zero al Sud non è solo un libro, è uno strumento di difesa, è uno strumento di liberazione” dalla cappa di silenzio che, sino ad ora, era calata sulla realizzazione del federalismo rispetto alla redistribuzione iniqua, sperequata e discriminatoria delle risorse finanziarie tra i Comuni, a causa sia dell’adozione del criterio della spesa storica sia del dimezzamento del Fondo di perequazione.
Contro tale meccanismo palesemente incostituzionale ed illegale, che favorisce i comuni ricchi del Nord a discapito di quelli poveri del Sud, ha preso già posizione la cittadina calabrese di Cinquefrondi, grazie alla delibera n. 64 del 3 gennaio 1948 approvata all’unanimità dal Consiglio comunale, con la quale si denunciano i danni dell’attuazione del federalismo fiscale al Sud.
Domani sarà la volta di sessanta Comuni del Molise, che, in occasione della conferenza stampa che alle ore 12:00 si terrà nella Sala caduti di Nassyria di Palazzo Madama, esporranno le ragioni che li hanno indotti ad impugnare l’attuazione del federalismo fiscale, denunciando anche i pericoli insiti nell’applicazione del regionalismo differenziato.
Oltre a Marco Esposito, alla conferenza stampa parteciperanno pure Salvatore Di Pardo, avvocato amministrativista, Micaela Fanelli e Vittorino Facciola, Consiglieri della Regione Molise, Lorenzo Coia, Sindaco di Filignano (IS) e Presidente della Provincia di Isernia, Antonio Cerio, Sindaco di Ferrazzano (CB) e Alessandra Senatore, presidente del Consiglio comunale di Pellazzano (SA).
Grazie al Molise il fronte dell’opposizione degli enti locali al federalismo fiscale si estende ulteriormente, nell’attesa che i Comuni della Campania e delle altre regioni meridionali si organizzino in rete per fare valere i diritti dei loro cittadini contro misure inique e discriminatorie. Come ha più volte evidenziato Marco Esposito: “Prima di conoscere tutte le porcherie che hanno combinato contro i cittadini più deboli del Sud, e non solo del Sud, potevamo dire che non le conoscevamo. Ma adesso che le sappiamo non reagire ci renderebbe complici”.
20/03/2019 – Salvatore Lucchese