Come hanno ampiamente dimostrato e documentato gli esperti della SVIMEZ ed i giornalisti economici del Quotidiano del Sud, nel solo triennio 2014/2016, facendo leva sul “trucchetto” della spesa storica, i “perversi” meccanismi della distribuzione della spesa pubblica allargata hanno sottratto alle Regioni meridionali 61 miliardi di euro l’anno e nel decennio 2007/2017 gli hanno scippato anche 25 miliardi di investimenti pubblici, impedendone la crescita del Pil del 6% e dell’occupazione di 300 mila posti.
Contro l’iniquo, asimmetrico e discriminatorio sistema di redistribuzione territoriale delle risorse pubbliche, che funziona come un “Robin Hood alla rovescia”, in quanto ruba ai poveri del Sud per dare ai ricchi del Nord, grazie soprattutto alla diffusione del libro di Marco Esposito, Zero al Sud, nel corso delle ultime settimane si sta mobilitando un numero sempre maggiore di Comuni meridionali. Ad oggi, circa settanta tra Molise, Campania, Puglia e Calabria.
Tra le amministrazioni locali che si sono rivolte al TAR del Lazio e al Quirinale per ottenere quanto spetta loro di diritto, si annovera anche il Comune di Quarto (NA). Infatti, a seguito dell’impegno profuso dai quattro Consiglieri della lista civica “Un’altra Città”, che il 12 marzo ha proposto ed è riuscita a fare approvare in sede di Consiglio comunale una mozione contro la “perversa” applicazione del federalismo fiscale e il 27 aprile si è fatta promotrice di un’Assemblea pubblica sullo stesso tema, il 15 aprile la Giunta, guidata dal Sindaco Antonio Sabino, ha deliberato di ricorrere contro l’iniqua “definizione” e “ripartizione” del Fondo di Solidarietà Comunale.
L’iniziativa giuridico-politica del Comune mira a recuperare 4 milioni e mezzo di euro che lo stesso Ente avrebbe dovuto ricevere tra il 2015 ed il 2018. Ma non si tratta soltanto di una questione finanziaria, dietro ai soldi ci sono i diritti e dietro ai diritti c’è la carne viva delle persone, bambini, anziani, diversabili, indigenti, ai cui diritti civili e sociali di base, asili, mense scolastiche, trasporti, assistenza, sono stati assegnati tanti zeri o giù di lì con la motivazione discriminatoria: “Tanto vivono al Sud”.
18/05/2019 – Salvatore Lucchese